Un esempio di soluzione alternativa
Ad
inizio anni ’70 vi fu uno slancio generalizzato allo sviluppo
dell’irrigazione, fattore trainante della cd Rivoluzione Verde che
determinò la varietà ad alto rendimento di riso, grano e mais tramite
l’utilizzo di fertilizzanti inorganici. Il tutto da un lato contribuì a
soppiantare i cibi locali nonché la dieta di molte popolazioni
portandole a pericolose carenze di ferro, vitamina A ed altro ancora,
dall’altro creò nuovi interessanti business per le industrie chimiche
fornitrici di fertilizzanti, pesticidi e di tutti quei prodotti che
alimentarono la Rivoluzione Verde. Oggi quasi il 70% dei consumi
idrici va sotto la voce irrigazione agricola: se la popolazione è
destinata a crescere è presumibile che anche questa categoria di
consumo farà altrettanto, ma con l’imminente crisi che si prospetta
dove si andrà a trovare tutta l’acqua necessaria? Quella degli agenti
chimici non poteva essere considerata un risposta definitiva al
problema, essi sono solo un ripiego temporaneo, in quanto un loro uso
costante è soggetto a molte controindicazioni (erosione e salinazione
del suolo, progressivo avvelenamento…).
Andava intrapresa una nuova strada per la soluzione del problema e la
via scelta fu quella della biotecnologia: siamo arrivati alla Doppia
Rivoluzione Verde. Essa non solo fornirà maggiori quantitativi di cibo,
ma farà si che, adottando delle sementi opportunamente manipolate dal
punto di vista genetico, si possano nel contempo ridurre anche i
quantitat i v i di acqua necessari sino ad ora.
Siamo d’innanzi ad uno sviluppo cruciale che vedrà aprirsi ancora nuovi
scenari di possibili affari, una nuova frontiera per investitori
privati. Vediamo ad es. il caso del colosso chimico Monsanto che,
mossasi in modo tempestivo, gode ora di una posizione strategica
invidiabile nel settore. In un documento sella stessa viene delineato
un progetto per il controllo corporativo dell’acqua: “…il settore
idrico risulta molto instabile per l’intervento di molte variabili
politiche, economiche, di risorse di difficile interpretazione, con
l’attuazione di questi affari potremmo trarre profitti ancor maggiori
proprio quando tali discontinuità si manifesteranno”.
Per la Monsanto lo sviluppo sostenibile implica la conversione di una
crisi ecologica in un mercato delle risorse carenti: “…l’aumento della
popolazione e lo sviluppo economico determinano una crescente pressione
sui mercati delle risorse naturali. Se poi uniamo a tali pressioni la
ovvia volontà de evitarne le conseguenze si ottengono notevoli
opportunità economiche”. Insomma, da quanto ho potuto capire, la
genialata starebbe nell’ottenere un monopolio di un settore, indurlo in
una situazione critica e trarne vantaggio in quanto il settore è
comunque sotto controllo: francamente senza usare giri di parole potrei
usarne solo una: opportunismo, se siamo diplomatici, oppure ricatto
qualora lo fossimo di meno.
|