Il Manifesto dell’Acqua
Il
MANIFESTO DELL’ACQUA, frutto di un lavorio diplomatico, scientifico,
umano, culturale, sociale ed economico del Comitato Promotore
Internazionale per il Contratto Mondiale sull’acqua, risulta essere lo
strumento, allo stato attuale, che maggiormente risponde alla
problematica urgente ed allarmante che riguarda davvero TUTTA
l’umanità: L’ACQUA.
Elaborato nel 1998 a LISBONA dai
soggetti che hanno partecipato ai lavori, il Comitato formato da ONG
affiancate da studiosi nei più svariati settori provenienti da tutto il
mondo interessati e sensibili al problema, il documento si fonda su due
PRINCIPI di base, fondamentali:
- L’instaurazione
ed il rispetto di NUOVE REGOLE = CONTRATTO MONDIALE PER L’ACQUA, quale
autentica rivoluzione nella concezione che si ha de l’acqua e nelle
relazioni fra gli esseri umani;
- La
costituzione e lo sviluppo di NUOVI MEZZI, intesi a “gestire” l’acqua a
servizio di un futuro solidale e sostenibile a livello delle comunità
locali, tra le comunità e le generazioni.
La
funzione del Manifesto dell’Acqua è precisamente quella di mettere in
moto un processo che, nel corso del prossimo ventennio, dovrà
permettere, sulla base della cooperazione e della solidarietà, di
sradicare le cause delle tre principali situazioni critiche che
costituiscono il PROBLEMA mondiale dell’acqua:
- IL MANCATO ACCESSO ALL’ACQUA POTABILE PER 1,4 miliardi DI PERSONE.
- LA DISTRIBUZIONE ED IL DETERIORAMENTO DELL’ACQUA QUALE RISORSA FONDAMENTALE DELL’ECOSISTEMA TERRA E DELLA VITA UMANA.
- L’ASSENZA DI REGOLE MONDIALI.
Il MANIFESTO tende a due finalità principali:
- L’accesso
all’acqua in qualità e quantità per ogni essere e comunità umane; si
considerano sufficienti 40 litri per persona al giorno, al fine di
assicurarne una vita decente,di qualità conforme alle norme mondiali di
sicurezza e di sanità.
L’accesso deve essere
riconosciuto come un DIRITTO POLITICO, ECONOMICO e SOCIALE
FONDAMENTALE, INDIVIDUALE e COLLETTIVO INALIENABILE. - La
gestione solidale e sostenibile integrata dell’acqua, che implica un
triplice dovere nell’uso, nella conservazione e nel miglioramento
dell’acqua, a livello individuale e collettivo.
È
un preciso dovere di coerenza con le libertà ed i diritti che ci siamo
attribuiti, nel corso della storia, di avere cura ed agire in modo da
non ridurre o mettere a rischio le libertà ed i diritti delle
generazioni future, ma di trasmettere loro il bene comune in condizioni
possibilmente migliori di quelle in cui c’è stato consegnato dalle
generazioni precedenti. Un dovere, infine, di protezione/rispetto nei
confronti dell’ecosistema Terra.
GLI OBIETTIVI prioritari del MANIFESTO DELL’ACQUA si possono sintetizzare nei seguenti punti:
- TRE MILIARDI DI RUBINETTI D’ACQUA DA ADESSO AL 2020
L’obiettivo
è di passare nel 2024 ad una dimensione di “assenza d’acqua zero”, non
confortando così le tesi, non certo pessimistiche ma realistiche, di un
aumento dagli attuali 1,4 miliardi ai 4,00 prospettati di persone
private de l’accesso all’acqua, fornendo alle comunità “tre miliardi di
rubinetti”, non concepiti sul modello occidentale unifamiliare e/o
individuale, ma quali sistemi collettivi d ‘approvvigionamento, da
vivere INSIEME.
- PACE PER L’ACQUA
Necessità impellente di moltiplicare le iniziative rivolte a disarmare
i conflitti per l’acqua. La mobilitazione dovrebbe essere generale, di
tutta l’opinione pubblica, di tutti i soggetti che già operano in
questo campo e, soprattutto, gli organi preposti a farlo: i parlamenti. - RIDUZIONE DEGLI SPRECHI:
- MODIFICARE L’IRRIGAZIONE;
- MORATORIA PER LE “GRANDI DIGHE”
Rifacimento, sistemazione e migliore gestione di condutture, reti di
distribuzione, sistemi di irrigazione meno esigenti e rivolti ad una
politica di razionalizzazione dell’uso, che ancora oggi presenta
perdite del 40% del consumo totale! Fissaggio di moratorie e
ridiscussione dell’utilità delle grandi dighe alla luce degli scempi a
livello ambientale, socio-culturale dovuti all’impatto irrispettoso sul
territorio della loro edificazione.
- ACCESSO ALL’ACQUA PER LE 600 CITTA’ CON PIU’ DI 1 MILIONE DI ABITANTI NEL 2020
Saranno
“città assetate” le più di 600 città, prive di mezzi finanziari,
tecnologici ed economici, che nel 2020 conterranno il miliardo di
persone, localizzate in Asia, America Latina, Africa, ex URSS, nelle
quali sopravvivere sarà un problema urgente totale, in lotta contro le
malattie, la povertà, il degrado umano sociale ed ambientale.
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