Una soluzione o una prospettiva di speculazione?
Come
già si è avuto modo di vedere il 2025 è ormai da tutti considerato come
il limite ultimo entro il quale, permanendo così le cose, il problema
acqua inizierà a coinvolgere in modo generalizzato il mondo intero
senza più risparmiare neppure chi con tale pericolo non avrebbe mai
immaginato di convivere. Fortunatamente sono state intraprese
azioni in tal senso: dichiarando l’acqua una merce, ovvero un bene
economico misurato, ripartito e regolato, la marea di un tale disastro
verrà contenuta. Questa grave decisione è stata persa per noi da una
manciata di corporazioni transnazionali affiliate al sistema di
organizzazioni delle Nazioni Unite, un gruppo autonominatosi a garante
e custode delle riserve mondiali d’acqua. Punto cardine della loro
condotta è l’introduzione di una tariffa sull’acqua per uso domestico,
agricolo ed industriale che sanno essere un doloroso adattamento per
l’umanità ma che tuttavia è un basso prezzo da pagare per la sicurezza
dell’acqua.
Con la benedizione dei governi nazionali viene istituita e trova
applicazione un’energica e dinamica agenda per la privatizzazione delle
risorse idriche mondiali: siamo ad una svolta epocale per la quale
l’economia non sarà più alimentata dal petrolio ma dagli idrodollari.
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