Bambini e sfruttamento
Questo
è forse il campo più variegato riguardo alle problematiche
dell’infanzia. Se nei casi precedentemente esposti le cause, pur
complesse nei loro sviluppi, sono comunque aggregabili (fame, guerra,
malattie…), le componenti del pianeta sfruttamento sono molteplici,
diverse e spesso con percorsi trasversali. Il capitolo più
ponderoso è legato al lavoro minorile in quanto sono ben 211 milioni i
bambini e le bambine con meno di quattordici anni costretti a crescere
troppo in fretta abbandonando scuola, giochi ed amicizie per aiutare sé
stessi e la propria famiglia a sopravvivere. Il lato più drammatico sta
però nel sommerso del fenomeno con bambini spesso venduti dalle stesse
famiglie incapaci di provvedere al loro sostentamento. E’ il via ad una
scura spirale fatta di solitudine affettiva, orari interminabili,
compensi irrisori e condizioni di vita spesso inumane.
Altro aspetto della problematica è legato alle cosiddette tratte dei
bambini, vere e proprie vie commerciali che li portano a rifornire veri
e propri mercati di piccoli schiavi. Vi sono coinvolte come detto le
vittime dello sfruttamento a fine lavorativo, ma spesso il destino può
essere ancor peggiore. L’età di avviamento alla prostituzione è sempre
più bassa e, specie nei paesi del sud-est asiatico, il fenomeno si sta
radicando in modo tale da essere addirittura legalizzato*. Forse però
l’aspetto più agghiacciante sta nel commercio dei bambini finalizzato a
rifornire il mercato del trapianto clandestino degli organi.
Sono scenari lontanissimi dalla nostra dimensione di vita, ma sono
oltremodo reali ed è allarmante il fatto che abbiano a disposizione un
serbatoio sconfinato, costantemente alimentato dalla miseria e
dell’ignoranza. Quando infatti non sono le stesse famiglie a separarsi
dai loro figli, la materia prima è comunque facilmente reperibile:
ragazzi di strada dei sobborghi urbani, rifugiati in piena precarietà…
costituiscono infatti una fonte praticamente inesauribile e di troppo
facile accesso. Fino ad ora si è parlato di fenomeni ben identificabili
che rendono travagliata l’età infantile in molte parti del mondo.
C’è però un filo conduttore a fornire un legame fra tutte queste
causalità, un nesso rintracciabile non tanto negli effetti che abbiamo
visto, quanto in una comune radice: l’ignoranza.
La mancanza di istruzione è infatti alla base di ognuna delle
problematiche fin qui esposte sulle quali ha più o meno direttamente
inciso. Ecco dunque che l’unica via percorribile verso una concreta
possibilità di crescita futura, dovrà necessariamente passare
attraverso la fruibilità di questo diritto per ogni bambino.
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